domenica 12 aprile 2009

Vinitaly:premiati 100 vini siciliani.La via:dobbiamo sfruttare di più il brand Sicilia











Ancora una volta la Sicilia si afferma ai massimi livelli per la qualità delle proprie produzioni enologiche.
Una conferma che dimostra come ormai il vino Made in Sicily, grazie agli sforzi dei nostri produttori che, nel corso degli anni, hanno investito in innovazione e ricerca, sia sempre tra i più ricercati in Italia e al mondo”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via, commentando i risultati della 17^ edizione del concorso enologico internazionale, in occasione del 43° Vinitaly, in programma a Verona, dal 2 al 6 aprile. Cento le etichette siciliane che hanno ottenuto un premio: due gran medaglie d'oro, cinque d'oro, due d'argento, una di bronzo e novanta gran menzioni.

“Questo risultato - continua l’assessore - premia l’impegno profuso, in questi anni, dalle nostre aziende, capaci di inserirsi ad altissimi livelli in un mercato sempre più selettivo e che fino poco tempo fa era monopolio delle regioni del Nord. Il sistema imprenditoriale è cresciuto, ci attendono nuove sfide e quindi è necessaria una nuova strategia. Per competere bisogna differenziarsi, dobbiamo puntare a utilizzare il ‘brand Sicilia’ già molto noto, ma poco sfruttato. Credo che possa essere una scelta vincente e per questo ho voluto lanciare al mondo dei produttori la proposta di istituzione di una Doc Sicilia. Un marchio unico sul territorio regionale conclude La Via - che possa rappresentare un valore aggiunto per le nostre produzioni e che differenzi e tuteli i nostri vini sui mercati nazionali e internazionali”.

mercoledì 11 marzo 2009

....è sempre un'idea,no???;-D


Spiedini di cinghiale sulla brace e..Don Totò TENUTA BARONE LA LUMIA..un vino per il quale ho un certo debole..







che mangiare di sfizioso domenica al tepore semiprimaverile campagnolo??? ..Gli spiedini di cinghiale sono una favolosa ricetta da fare sul barbeque con la carbonella, ma alternativamente8se piove) anche in forno o in padella..
ingredienti per 4 persone:
300 gr. di polpa di cinghiale - 200 gr. di rognone di maiale - 125 gr. di pancetta - 2 peperoni verdi - 1 melanzana piccola - 2 cipolle - 4 pomodori - 3 cucchiai d'olio - mezzo bicchiere d'olio - 1 cucchiaino di senape - 1 presa di basilico - sale - pepe.
Tagliate sia il cinghiale che il rognone in dadini di 2 cm. di lato. In una teglia larga, con una forchetta sbattete i 3 cucchiai d'olio con la senape e il basilico, adagiatevi dentro sia il cinghiale che il rognone, e rigirandoli spesso fateli marinare per almeno 1 ora. Nel frattempo tagliate la pancetta a fettine sottili, lavate i peperoni e tagliateli in pezzetti tutti uguali, lavate la melanzana e tagliatela a fette dello spessore di 1 cm., sbucciate le cipolle e tagliatele in quarti, lavate i pomodori e divideteli in 2 parti. Quando tutto sarà pronto, in spiedini metallici mettete, alternati un pezzetto di cinghiale, un pezzetto di rognone, uno di pancetta, uno di peperone, una fetta di melanzana, un quarto di cipolla, i mezzi pomodori metteteli all'inizio e alla fine dello spiedino. Salate e pepate, spennellate con l'olio gli spiedini e metteteli ad arrostire su una griglia con la carbonella, ben calda, e fateli cuocere per venti minuti girandoli molto spesso. Se preferite potete farli cuocere anche in padella o al grill del forno. Se li fate in padella invece di spennellare gli spiedini con l'olio, mettete l'olio direttamente nella padella, e fate rosolare bene gli spiedini su tutti i lati rigirandoli spesso. In tutti e tre i tipi di cottura il tempo necessario è venti minuti...e non può mancare un bel vino robusto e intrigante da berci su:DON TOTO' DELLA TENUTA BARONE LA LUMIA..Nero d’Avola 100% elevato in barriques.È un vino forte, imponente, deciso, generoso, destinato a lasciare il segno così come il personaggio, il fondatore del casato, da cui prende il nome e l’effige dell’etichetta. Il vino è elegante, complesso, corposo al gusto con colore ed aromi inconfondibili.L’invecchiamento in barriques non sovrasta mai la personalità del Nero d’Avola in purezza.
Caratteristiche del nostro prescelto:gradazione alcolica: 13,5% vol.Capacità di invecchiamento: fino a 15 anniEpoca di massimo godimento: dal 4 al 10 anno.
Colore: rosso rubino carico Naso: aromi di frutta matura e confetture leggero sentore di vaniglia estremamente avvolgenti e coinvolgentiBocca: complesso, morbido equilibrato non prevale la barrique. Stupendo sentore di marasca in sensazione retrolfattiva Temperatura di servizio ideale: 18/20°CAbbinamento: arrosti e carni grasse, formaggi molto sapidi ed aromatici

venerdì 27 febbraio 2009

SICILIA:TERRA DI GRAPPA!!!!!











È siciliana l’unica distilleria d’Italia salita sul podio del “World Spirits Award 2008”, una delle più prestigiose competizioni internazionali tra superalcolici, svoltasi a Klagenfurt, nel cuore della Carinzia (Austria). A scalare la vetta, per la categoria “distillati”, la Trapas Conte Alambicco di Sicilia, una casa di Petrosino (Marsala, Trapani) che dal 2004 produce grappe da vitigni autoctoni isolani. L’azienda guidata dal mastro distillatore Giancarlo Conte ha incassato cinque ori, un argento e il “Master Class Distillery”, un riconoscimento d’onore che premia l’eccellenza. Al traguardo della selezione finale è arrivata dopo essersi lasciata alle spalle, a giudizio della commissione internazionale compoosta da dodici esperti-degustatori, dodici aziende: tre italiane e nove straniere. Così, a conquistare la ribalta della rassegna, che ha registrato quest’anno l’accreditamento di cinquanta imprese di quindici paesi e di 25 mila visitatori, è stato il made in Italy targato Conte. Meglio, “il nostro modo – ha commentato l’imprenditore – di raccontare una Sicilia che fa del binomio inscindibile tra qualità e terroir, la propria stella polare”.
Le sei grappe presentate alla competizione da Conte, e che hanno guadagnato l’en plein alla distilleria di Petrosino, sono: “Danzantica Grillo” e “Danzantica Inzolia” (oro); “Cottabos Zibibbo di Pantelleria” e “Cottabos Moscato di Siracusa” (oro). “Magnifica”, un distillato da vinacce di Nero d’Avola affinato con tre passaggi in barrique diverse ma che hanno custodito, in precedenza, vini della tradizione siciliana. Come le altre, anche Magnifica ha ottenuto l’oro. Infine, alla grappa di “Syrah” della linea Danzantica, è andato l’unico argento ricevuto dalla distilleria del Marsalese. Per Wolfram Ortner, presidente della giuria, le grappe Conte sono “etichette di pregio, perfette, pulite, delicate”. L’award e il Master Class, ha poi aggiunto Conte, le riconosce come “l’avanguardia della distillazione italiana in Europa”.
L’azienda di Petrosino ha mosso i primi passi nel 2004 con tre prodotti: da uve Grillo, Nero d’Avola e Zibibbo di Pantelleria. Nel complesso confeziona, oggi, poco più di 50 mila pezzi, ha un catalogo di nove etichette disponibili in enoteche e ristoranti. E ha sfondato il tetto del 55% della produzione di grappa siciliana. Vanta una collezione che comprende anche una Malvasia delle Lipari; dichiara la “rintracciabilità” delle produzioni, ossia l’origine delle vinacce. E si avvale di processi certificati dalla francese Bureau Veritas: dall’Iso 9001:2000 all’En Iso 9001:2000 all’Uni En Iso 9001:2000. A dispetto della giovane età, esibisce un palmarès in cui balza agli occhi, tra l’altro, l’oro bissato a Klagenfurt dalla grappa di Zibibbo di Pantelleria, salita sul podio anche un anno fa. E in cui a farsi notare è pure l’Alambicco d’Oro, l’alloro dell’eccellenza nazionale in fatto di distillati, tributato qualche tempo fa dall’Anag (l’associazione nazionale degli assaggiatori) alla grappa di Nero d’Avola della linea Danzantica.

domenica 8 febbraio 2009

IL ROSOLIO..FINE PASTO D'ALTRI TEMPI..




Il nome “Rosolio” significa letteralmente Olio di Rose e richiama il fatto che la bevanda ha viscosità tale da richiamare quella dell’olio ed è profumato alla Rosa. In termini più poetici, ma improponibili, significherebbe “Ros Solis” (Rugiada di Sole).Il Rosolio è un liquore a bassa gradazione alcolica ed elevato contenuto di zucchero (intorno al 50%) che può avere come sapore base un’ampia gamma di ingredienti, fra i quali l’angelica, l’anice, le arance, l’assenzio, il cacao, il caffè, la cannella, il cassis, il cedro, le rose, il sedano, il the e la vaniglia.È molto diffuso soprattutto nel Sud Italia.
In particolare, in Sicilia sin dal Cinquecento veniva prodotto in casa e offerto agli ospiti in segno di buon augurio. Nell'isola sono state sperimentate varie ricette di rosolio, tra cui quelle realizzate con agrumi, caffè, anice e menta. A Ficarra, in provincia di Messina, una particolare ricetta consigliava di prepararlo tenendo imbottigliati insieme per una settimana l'alcool (a cui erano stati precedentemente aggiunti le scorze di tre arance macerate per quaranta giorni e della vaniglia) e uno sciroppo realizzato semplicemente con zucchero e acqua.

venerdì 6 febbraio 2009

LA CASSATA AL FORNO PER IL MIO COMPLEANNO..











Ingredienti: Farina per dolci gr. 500, sugna (o burro) gr. 200, zucchero gr. 100, uova 2 e due tuorli, marsala mezzo bicchiere, sale un pizzico. per il ripieno: ricotta fresca gr. 800, zucchero gr. 500, cioccolato fondente gr. 150, zuccata gr. 100.
Preparazione: Impastate la farina, con le uova, lo zucchero, la sugna, il marsala e il sale e fate una pasta frolla, che lascerete riposare per qualche ora. Preparate quindi la crema di ricotta: prendete la ricotta freschissima e passatela al setaccio, aggiungete lo zucchero, la vaniglia, pezzetti di cioccolato, dadini di frutta candita e mescolate bene in modo da farne una crema omogenea. Tagliate in due parti la pasta frolla e spianatela in foglie rotonde non troppo sottili. Foderate con una di queste il fondo e i bordi di una teglia unta di burro e spolverata di farina. Riempite con la crema di ricotta e ricoprite la torta con la rimanente foglia di pasta frolla. Decorate con qualche ritaglio della pasta stessa, tagliata con l'apposita rotella. passate a forno moderato per circa mezz'ora. servite la cassata fredda, spolverata di zucchero a velo.
E OVVIAMENTE..IL NOSTRO ABBINAMENTO..chicca assolutamente da "giorni speciali"...
ENTELECHEIA Cantine Miceli!!
"In un luogo come Pantelleria,assaggiando l'uva zibibbo, così etereamente dolce e sensuale,viene voglia di produrre un vino che ne esprima al massimo la potenzialità latente in profumi e sapori.
ENTELECHIA, figura Aristotelica che definisce la realizzazione di ciò che era in potenza, è proprio il risultato di questo desiderio, che ci ha appassionato per molti anni. Ha al suo interno la massima concentrazione, da noi ottenuta, di uve appassite al sole e fermentate per un periodo lunghissimo a temperatura controllata.La sensazione in degustazione è quasi esplosiva, di spessore e volume enorme, uva passa liquida ma enormemente più profumata ed equilibrata."
Moscato di Pantelleria Doc naturale
Colore
Giallo dorato
Profumo
Intenso e armonico, sfumature di albicocca e miele, sentori di limone
Sapore
grandissima ricchezza e
concentrazione, sapore pieno e vellutato con sentori di miele di acacia
Gradazione
13,5%

sabato 31 gennaio 2009

Una domenica a pranzo..?...falsomagro!!!













Ingredienti: 1 fetta di vitello da gr. 600/ 700 circa; gr. 150 salame; gr. 200 prosciutto grasso e magro; gr. 150 caciocavallo; Cipolla, prezzemolo, aglio; 3 uova; Vino bianco secco; Brodo di carne leggero; Olio di oliva; Sale e pepe.
Procedimento: Rassodate le uova, sgusciatele e tagliate a spicchi. Tagliate a pezzettini il salame, il prosciutto e il caciocavallo e, in una terrina mescolateli con uno spicchio di aglio e un cucchiaio di prezzemolo tritato, pepate e salate.Allargate con batticarne la fetta di vitello, aggiungete sale e pepe e ricoprite con un miscuglio, poi arrotolate facendone un grosso salame e legate con un filo da cucina. In una tegame soffriggete in un bicchiere di olio, una cipolla, uno spicchio di aglio, mezzo gambo di sedano, un carotino e un e un cucchiaio prezzemolo, il tutto tritato, mettere la carne e fatela ben rosolare a fuoco lento. Salate e bagnate con un bicchiere di vino bianco. Portate a termine la cottura ( circa un ‘ora ) aggiungendo poco brodo caldo man mano che il fondo restringe. Servite il “farsumagru” freddo tagliato a fettine.
Al solito...ci immaginiamo il vino perfetto da berci sù...mumble..mumble..MERLOT PLANETA!!!Limpido-cristallino, dal bel colore rubino profondo, fitto e molto compatto; decisamente consistente, già nel roteare il liquido nel calice si rileva una certa resistenza e compattezza; i numerosissimi archetti che si formano, dànno luogo a lacrime rosee, lente e grasse. Un piacere per il naso, è intenso e persistente, finissimo nei profumi; è bastato provocare un leggero spostamento del calice per sentire subito affiorare un composito e intrigante bouquet, dove si alternano note vegetali e fruttate in grande armonia; sottobosco, ribes nero, mora, mirtillo, lieve tostatura, cacao, tabacco. Secco, si dovrebbe dire 'alcolico', ma la sensazione di pungenza è del tutto assente, grande corpo, robusto, 'rosso', dai tannini elegantissimi, ancora con buona freschezza, decisamente morbido, avvolgente, grasso ed equilibrato. In bocca travolge, è molto intenso, fedelissimo all'olfattiva, di persistenza esemplare, con nota amarognola ben contenuta e piacevole. Difficile resistere ad ulteriori assaggi. Spessore ed eleganza, ben integrato con il legno, sicuramente longevo...e maledettamente piacevole! Servire a 17°-18° in calici per vini rossi nobili ed eleganti. Abbinamenti: capretto arrosto, spezzatino di carne e patate, coniglio al vino rosso, manzo lesso, falsomagro, formaggio siciliano Maiorchino.

giovedì 29 gennaio 2009

pane cunzato e nero d'avola Feudo Montoni







Pane cunzato
Tipico piatto della cucina siciliana, facile e veloce da preparare.
Ingredienti:un filone di pane casereccio da 500 g, 4 rossi pomodori maturi, 100 g di filetto di acciuga sott’olio, 150 g di formaggio primo sale o tuma a fettine, olio extravergine di oliva, origano, sale e pepe.
Preparazione:Tagliate a metà il pane caldo, nel senso della lunghezza ed incidete la mollica con tagli non troppo profondi. Cospargete di sale, pepe ed origano ed irrorate con molto olio. Disponete uno strato di fettine di pomodoro ed uno i formaggio.Distribuitevi sopra i filetti di acciuga spezzettati e spargete su tutto un pizzico di origano. Ricomponete il pane, schiacciandolo leggermente, e servitelo.
Abbinamento con i vini: Nero D'Avola di grande stuttura ed equilibrato...il nostro suggerimento??Feudo Montoni!!
Nero d'Avola : maturato 8 mesi in barrique e affinato 4 mesi in bottiglia.· Colore: Rosso rubino intenso con leggeri riflessi violacei· Profumo: complesso con note fruttate e speziate in armonia tra loro.· Sapore: Morbido, avvolgente, sapido, giustamente tannico.

mercoledì 28 gennaio 2009

La Frutta Martorana o Pasta Reale







Appartengono anch’essi alla grande categoria dei dolci di origine conventuale.
I frutti della Martorana, infatti,vennero modellati e dipinti per la prima volta nel convento della Martorana a Palermo.
Che, ancora oggi, resta celebre soprattutto per questi biscotti di pasta di mandorle e zucchero che ripetono la forma di piccoli frutti.
La tradizione vuole che nel periodo normanno, in Sicilia, le monache del convento avessero preparato per la prima volta dei frutti, sembra degli agrumi, che avrebbero appeso agli alberi in sostituzione di quelli già colti, per arricchire l'aspetto del loro giardino durante la visita di un personaggio molto importante: un alto prelato o, addirittura, un re.
Da qui il nome dell'impasto utilizzato, Pasta Reale, composto da zucchero o miele, mandorle tritate e chiaro d'uovo, nel corso dei secoli diventato l'odierno marzapane.
La ricetta prevede che il composto di base, mandorle triturate con zucchero e acqua di cannella, sia messo a cuocere in un recipiente di rame non stagnato, poi lavorato ancora caldo nelle forme desiderate. Il passaggio nel forno è l'ultimo atto del rituale.
La tradizione delle famiglie palermitane di acquistare questi dolci novembrini si diffuse ben presto in tutta la Sicilia ed oggi la frutta di marzapane e' diventata una vera e propria arte.

lunedì 26 gennaio 2009

Curiosando tra i mieli di Sicilia...un classico




Il miele d'arancio, detto anche di zagara è profumatissimo, ricorda il profumo fragante dei fiori; con il passare del tempo l'odore sfuma da floreale a fruttato, simile a quello della marmellata d'arancia.Il sapore è normalmente dolce, l'aroma richiama le stesse caratteristiche dell'odore.Il colore, allo stato liquido è giallo-paglierino, a cristallizzazione avvenuta, alcuni mesi dopo il raccolto varia da bianco-perlaceo, a beige chiaro, concentrando in queste sfumature solari la sua mediterraneità.Gli aromi floreali caratteristiche del miele arancia, si esaltano nella dolcificazione del tè.
Col miele d'arancio...mmmm...ci prepariamo anche una bella CREMA DI RICOTTA!!!:-)
ingredienti:250 gr.di ricotta,50 gr. miele d'arancio,124 ml.panna,un tuorlo d'uovo,un limone,un'arancia,latte.
Scaldare il miele con un pò di latte,togliere dal fuoco e incorporare sbattendo.Lasciar raffreddare e quindi aggiungere la ricotta, il succo e la scorza grattuggiata del limone.Montare a parte la panna e aggiungerla delicatamente alla crema.Unire infine l'arancia a pezzetti.versare nelle coppette e guarnire con fette d'arancia.

venerdì 23 gennaio 2009

dal sito del comune di Cefalù...Cefalù: Nascita del turismo moderno e sua evoluzione.








Prodromi della nascita del turismo, la cui evoluzione si era sviluppata, a Cefalù, tra la fine del XIX secolo e la prima metà del XX, hanno la loro concretizzazione nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Il 7 maggio 1950 si ricosti­tuisce ufficialmente la Nuova Associazione Turistica pro Cefalù-Gibilmanna, alla quale aveva aderito, facendo dono del proprio patrimonio mobiliare, la S.A.C.S. (Società Arte Cultura e Sport). In quella occasione, per promuovere Cefalù, la Marina della Città viene riprodotta sulle scatole di cerini pro­dotte dalla S.A.F.F.A. Nell’autunno successivo, il B.ne Dott. Leopoldo De Simone Achates con il Dott. Emilio La Fisca, rispettivamente Presidente e Direttore dell'E.P.T. di Palermo, e il Dott. Paul Morihien, Presidente del Club Village Magique, vengono a Cefalù. Durante una ricognizione dei luoghi più affascinanti e suggestivi della città vengono accompagnati dal sig. Salvatore Di Paola (Cefalù, 1908-1976), uno dei primi ad intuire le potenzialità turistiche della sua Città. Poeta e pubblicista, il Di Paola ha dedicato la sua attività alla promozione di Cefalù, si deve a lui la pubblicazione intitolata Appunti per la storia turistica di Cefalù (Palermo, l971), nella quale racconta l’attività turistica di Cefalù fino al 1965, dalla quale sono tratte alcune delle indicazioni qui riportate. Il 1° giu­gno 1951 inaugura la sua attività la sede stabile del Village Magique con una tendopoli impiantata nella fascia costiera di S. Lucia. La presenza a Cefalù del Village Magique viene pubblicizzata attraverso un film, Vacanze d’amore (commedia, 1954). Il film, una coproduzione italo-francese, fu interamente girato a Cefalù nel 1953 con un cast molto singolare. Sotto la regia di Jean Paul Le Chanois e Francesco Alliata molti prestigiosi artisti del momento: Robert Lamoureux, Lucia Bosè, Hélène Remy, Delia Scala, Wallter Chiari, Umberto Spadaro, Jacqueline Plassis, Giovanni Grasso, Domenico Modugno e molti altri. Per l’appoggio logistico la troupe del film si avvalse della collaborazione del fotografo-reporter Angelo Varzi che ne seguì e ne documentò gli spostamenti. Da questo momento il Cinema diventa un importante veicolo di promozione turistica per Cefalù. Altri film erano stati girati da Società locali, la Città aveva già ospitato un set internazionale, quello di “Immagine meravigliosa” (The Light Touch, commedia, USA 1951) con Stewart Granger, George Sanders, Pier Angeli e Kurt Kasznar, per la regia di Richard Brooks. Questi i primi film di una lunga serie che avrebbe portato a Cefalù importanti troupe nazionali ed internazionali con cast molto importanti: Gian Maria Volontè, Irene Papas, Gabriele Ferzetti, Luigi Pistilli, Mario Scaccia, Salvo Randone, Leopoldo Trieste ed il regista Elio Petri (A ciascuno il suo, 1967, tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia); il regista T. Gradler (Le avventure del Barone Luckner, episodio Elena di Troia, 1970, Horst film, Germania); il regista Mehringer (Rallye 70 - Itinerario siciliano, 1970, documentario che si avvale di un testo di Rranko Zivkovic); Mylène Demongeot e Richard Harrison (L’uomo di Marsiglia, 1971); Catherine Spaak e Lando Buzanca (La schiava io ce l’ho e tu no, 1974); Edwige Fenech, Vittorio Caprioli, Mario Carotenuto e Gianfranco D’Angelo (L’Insegnante, l975); Giuseppe Tornatore e Philippe Noiret (Nuovo Cinema Paradiso, 1988); Claus - Maria Brandauer e Anna Galiena (Mario e il Mago, 1993) etc. Nel 1957 al Club du Village Magique succede il Club de la Mediterranée che, nello stesso luogo, inaugura la sua attività il 1° giugno. Le tende vengono sostituite da oltre duecento Tucul del tipo po­linesiano. La genialità di Gerard Blitz, belga, e di Gilbert Trigano, francese, ideatori e fondatori del Club de la Mediterranée, dà presto i suoi frutti. Tra il 1960 e il 1961 viene costruita la guardiola e la banchina al passaggio a livello di Santa Lucia per consentire la fermata facoltativa dei treni turistici presso il Club Mediterranée. In quegli stessi anni vengono istituite le carrozze-dancing nei treni speciali Cefalù-Parigi e la fermata obbligatoria di tutti i treni, presso la stazione di Cefalù. Grazie al Club de la Mediterranée, al “Giro di Sicilia” e alla “Targa Florio”, manifestazioni che continuano a portare a Cefalù grandi nomi della mondanità e dello sport automobilistico, aumenta la forza promozionale di Cefalù come meta turistica e la Città diventa tappa obbligatoria di molti viaggiatori illustri: nel 1952 lo scrittore V. Cronin con la consorte, il prof. Alfred Slous, della Royal Accademy di Londra, il critico tedesco Emil Barth e, infine, S. M. Gustavo Adolfo di Svezia con i dignitari di Corte; nel 1953 Federico e Ingrid di Danimarca e, l’anno successivo, l’ex Presidente della Repubblica Francese, S. E. Auriol. con la sua signora. Nel 1958 la Città ospita la gara a cronometro del VI Rally del Cinema. Vince la già citata Helène Remy; tra i partecipanti, col n. 32, anche Anita Ekberg. L’anno successivo Cefalù registra la presenza delle aspiranti al titolo di Miss Europa 1960. Alla laurea definitiva di Cefalù come città turistica concorrono due decreti dell’Assessore Regionale al Turismo. Il primo (n. 116 del 12-01-1962) riconosce all’intero territorio di Cefalù le caratteristiche di “Stazione di Soggiorno e Turismo” e l’altro (n. 660/A del 14-03-1962) istituisce l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Cefalù che, iniziata la propria attività il 1° giugno successivo, conclude poi la sua gestione commissariale il 17 gennaio 1965, con l’elezione del Presidente Enzo Barranco, col quale si celebrano i fasti delle manifestazioni mito. L’attività svolta dall’A.A.S.T. di Cefalù, negli anni ’60 e ’70, è documentata dalle foto dei Fratelli Barracato. In questi stessi anni a Cefalù nasce una serie di Alberghi che contribuiscono allo sviluppo turistico di Cefalù offrendo sufficienti posti letto al crescente bisogno della Città in espansione. Il 4 luglio 1964 si inaugura a Cefalù, “La Lanterna” di Donna Pepita Misuraca (1901-1992), personaggio di energico temperamento e di passionale genialità. La boutique di Alta Moda e Antiquariato diventa presto un salotto culturale fecondo e produttivo. In quello stesso anno, grazie all’intervento delle Istituzioni Regionali e dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Cefalù, nasce la 1a Edizione (1964) della manifestazione Cefalù Moda Mare che per sette edizioni terrà banco tra le manifestazioni della Moda italiana con la presenza di grandi nomi come Gian Luigi Mariannini, Germana Marucelli, l’indimenticabile Mila Contini e la partecipazione di stilisti e ditte del calibro di Baratta, Biki, Oleg Cassini, Faini mare, le sorelle Fontana, Forquet, Fratti, Galitzine, Krizia, Pucci, Roberta di Camerino, Veneziani, Vergottini, etc. Viene eletta la Fotomodella del mare e vengono lanciati il colore “blu Cefalù” e lo slogan “L’estate comincia a Cefalù”. Una delle più riuscite edizioni è la quinta (1968) che fa scalpore per l’elegante e suggestivo allestimento che Lalla e Franco Cheli fanno delle vetrine di Corso Ruggero e per la presenza del cefaludese Ciccio Liberto che si distingue per le sue creazioni nell’arte calzaturiera che lo faranno conoscere in tutto il mondo. La manifestazione, però, comincia a perdere mordente a causa degli esigui finanziamenti e la 6a Edizione del Premio si svolge stancamente. L’edizione successiva, la 7a ed ultima (1970), presentata da una giovanissima Enrica Buonaccorti, chiude i fasti dell’Alta Moda a Cefalù. Nel 1967 Cefalù ospita il “Cantagiro” con un cast di eccezione: Walter Chiari, Rita Pavone, Bobby Solo, Los Marcellos Ferial, Nicola di Bari, Ricky Gianco etc. Il 20 dicembre 1967 di quello stesso anno apre le porte il “Club la Caverna” che in pochi anni, grazie agli spettacoli de “ I Cavernicoli”, diventa un luogo di incontro mondano, venendo a costituire, a sua volta, una delle attrattive turistiche della Città. Nel 1968 nasce la “Cefalù-Gibilmanna”, gara in salita che diviene presto una delle più importanti competizioni di questa specialità, inserita nel cartellone del Campionato Europeo della Montagna. Si aggiudica la prima edizione Lo Piccolo. Alla terza edizione partecipa aggiudicandosi il successo Ninni Vaccarella, il mitico pilota “ferrarista” della “Targa Florio”.La gara tocca la 25a edizione sempre sotto l’autorevole guida del patron Pino Spinosa. Le due ultime successive edizioni, condotte senza entusiasmo e senza vivacità, prive della presenza del patron, ne decretano la fine. Sempre nel 1968 Vittorio Gassman inaugura il Cine-Teatro Astro che presto diventa un luogo di incontro anche per gli amanti della musica leggera, con ospiti di levatura nazionale.Nell’estate 1970 Cefalù riceve l’inaspettata visita della principessa Soraya, ex Imperatrice di Persia, che trascorre alcuni giorni a Cefalù a bordo dello yacht che la vede in compagnia del regista Franco Indovina.Sono gli anni del boom del cabaret e l’Azienda Autonoma di soggiorno e Turismo organizza nel 1971 la Prima “Rassegna Nazionale del Cabaret”. Si replica l’anno successivo con la seconda edizione. Il vero successo arriva però con la terza edizione (1973). A fare gli onori di casa I Cavernicoli. Nei tre anni di vita della Rassegna, all’interno del Teatro Astro, si esibiscono Renzino Barbera, Roberto Brivio, Franco Califano, Gianfranco D’Angelo, Fiorenzo Fiorentini, Lando Fiorini, Giorgio Gaber, Gianni Magni, Enrico Montesano, Franca Valeri, e le formazioni de Il Bagaglino, I Cavernicoli, L’Incontro, Il Punicipio e I Travaglini. Nella serata del 28 settembre 1973 crea scalpore uno sketch di Mimmo Mollica il quale viene denunciato per vilipendio della religione dalla Polizia. Ne nasce un caso al quale non deve certo addebitarsi la mancata realizzazione della quarta edizione della Rassegna. La Rassegna Internazionale del Folclore sembra supplire alla mancanza di una manifestazione protagonista nell’ambito dell’Estate Cefaludese. A detenere questo ruolo viene designato Il Cantamare che vede delle edizioni eccellenti, ricche di big e di volti noti, tra il 1985 e il 1986. L’Azienda Autonoma di soggiorno e Turismo organizza negli anni successivi, dal 1991 al 1998, una manifestazione autunnale, Le Città del Cinema, destinata alla promozione di Cefalù nell’ambito cinematografico, ma non si va oltre l’ottava edizione. In questi anni altre manifestazioni significative si alternano nell’intrattenimento estivo; tra queste sono da ricordare: Il Centro Storico dal vivo (1993 e 1994), una geniale invenzione dei Direttori artistici Giovanni Biondo e Nico Marino che organizzano un varietà di intrattenimento nei luoghi più suggestivi ed inusitati del Centro Storico, e Cefalù in blues (dal 1995) che propone spettacoli di musica jazz nei più importanti spazi urbani. Con queste premesse, l’Amministrazione guidata dall’On. Simona Vicari, dopo aver affidato la Direzione artistica del calendario annuale (1998) a Gerry Calà, ha incentrato il suo interesse sulle manifestazioni specifiche della Città, puntando sulla Festa del SS. Salvatore attraverso una lettura essenzialmente culturale che non ne trascura l’aspetto popolare e devoto.In questi ultimi anni Cefalù ha avuto il piacere di ricevere i Reali del Belgio, Alberto II e Paola Ruffo di Calabria; l’Ambasciatore americano in Italia J. Foglietta; il Prof. Arold Aronson, Direttore del dipartimento del Teatro e delle Arti visive della Columbia University di New York; l’Ambasciatore della Georgia presso la Repubblica Italiana, Dott.ssa Rusudan Lordkipanidze; i familiari di Ambasciatori e Capi di Stato che hanno partecipato, a Palermo, alla Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite e le LL. AA. RR. Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie, Duchi di Calabria. La Città si è inserita, con forza, nella grande tradizione culturale del Teatro, del Cinema e dell’Arte ospitando Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Marina Suma, Jerri Calà, Franco Nero, Tiziana Lodato, Paola Pitagora, Pamela Villoresi e Fioretta Mari, assieme a grandi nomi della musica leggera, Edoardo Bennato, Nicolò Fabi, Noha, Ron e Irene Grandi. Frequentata da un pubblico internazionale, Cefalù, oggi, offre a tutti un mare pulito con una splendida costa; alberghi e villaggi turistici per tutte le esigenze; spiagge attrezzate, sicure ed animate; servizi ed itinerari culturali ricchi di Mito, Storia e Natura. Il suo territorio propone splendide passeggiate che permettono di godere della natura circostante che, oltre a tante opportunità di svago, offre anche zone archeologiche, templi megalitici e importanti opere monumentali.

giovedì 22 gennaio 2009

Tagliolini con Pesto di Carciofi e mandorle Solosole e Bianco di Nera che goduria!!!




Ecco...per i cosiddetti"lagnusi"(tipo me oggi)!1)Aggirarsi tra gli scaffali del petit tonneau 2)trovare un meraviglioso barattolino... et voilà,il gioco è fatto..
ISTRUZIONI PER L'USO:
Cuocete e poi saltate i tagliolini con il pesto di carciofi e mandorle amalgamando bene, distribuite nei piatti e decorate con i pomodorini tagliati a dadini e, se vi piace, un velo di curcuma sul bordo del piatto.E beviamoci su un BIANCO DI NERA Igt dell'AZ.Agricola Milazzo.
VITIGNI UTILIZZATI: Nero cappuccio e Inzolia COLORE: Paglierino con riflessi ramati PROFUMO: Delicato e leggermente fruttato SAPORE: Secco, armonico e mosso TENORE ALCOLICO: 12% Vol.

domenica 18 gennaio 2009

Polpette di neonata...stasera!!!(le ha portate il pescatorino:-)




ecco gli ingredienti..5oo gr. di neonata,
poca farina,olio per friggere,sale..lavate per bene la neonata e mettetela dentro uno scolapasta per far uscire tutta l'acqua. mettete in un piatto della farinaPrendete un piccolo pugno di farina e tenetelo nella mano.Con l'iauto di un cucchiao adagiate la neonata nel palmo della mano e fate aderire, solo esternamente la farina.Formate delle polpette schiacciate... Friggete in olio ben caldo, scolate e salate.Noi ci assaporiamo POLENA Donnafugata, Bianco - Catarratto e Viognier IGT Sicilia.
Vino che si offre al colore con tonalità giallo oro – verde, molto luminose. Al naso elargisce ampie sfumature olfattive che ci avvolgono con eleganza e stile, proponendo sentori minerali, fruttati di agrumi e frutta esotica, impreziositi da quelli floreali di acacia e ginestra. Al palato si rivela con sapidità e freschezza grandi protagoniste.


lunedì 12 gennaio 2009

Squisitezze della nostra terra..Bronte,capitale italiana del pistacchio!
















La Sicilia è l'unica regione italiana dove si produce il pistacchio (della specie botanica "pistacia vera") e la cittadina etnea, con oltre tremila ettari in coltura specializzata, ne esprime l'area di coltivazione principale (più dell'80% della superficie regionale) con una produzione dalle caratteristiche peculiari.Bronte, Eden di pistacchio, con un frutto dal gusto e dall'aroma universalmente riconosciuti come unici e particolari ed un colore - il verde smeraldo - unico e particolare.L'«oro verde», così è denominato il "pistacchio verde di Bronte", rappresenta la principale risorsa economica del vasto territorio della cittadina etnea.
Concorreranno la terra e le sciare dell'Etna, la temperatura o il portainnesto, le tradizioni di coltura tramandate da padre in figlio, fatto è che la pistacchicoltura brontese, a differenza dei prodotti di provenienza americana o asiatica, in massima parte con semi di colore giallo, produce frutti di alto pregio, molto apprezzati e richiesti nei mercati europei e giapponesi per le dimensioni e l'intensa colorazione verde.Il pistacchio brontese è dolce, delicato, aromatico.Fra le varie qualità coltivate nel Mediterraneo e nelle Americhe possiede colori e qualità organolettiche che ne fanno un unicum in tutto il mondo con un suo sapore soave che i frutti prodotti altrove non hanno.Viene apprezzato nei mercati italiani ed esteri per l'originalità del gusto e l'adattabilità in cucina e in pasticceria.E' usato nell'industria dolciaria sopratutto per preparare torte, paste, torroni, mousse, confetti, gelati, e granite, ma è squisito anche nei primi e secondi piatti o arancini; è utilizzato anche nella preparazione degli insaccati (ottimo nelle mortadelle e nelle soppressate) e nel settore cosmetico.A Bronte se ne raccolgono oltre 30 mila quintali.Una ricchezza di quasi 20 milioni di euro che rappresenta poco più dell’1% della produzione mondiale di pistacchi.Il frutto viene commercializzato sotto diverse forme: Tignosella (pistacchio non sgusciato, i brontesi lo chiamano "babbalucella"), pelato (sgusciato e privato dell'endocarpo), granella, farina, bastoncini, affettato o pasta di pistacchio.Nella zona si contano quasi mille produttori. Il Pistacchio è un frutto dalla storia antichissima, noto ai Babilonesi, Assiri, Giordani, Greci, citato addirittura nel libro della Genesi e riportato nell'obelisco, fatto innalzare dal re dell'Assiria, attorno al VI secolo a.C., è uno di questi prodotti agro-alimentari, che ha contribuito a delineare il patrimonio culturale-gastronomico dei popoli mediterranei. Di questo prezioso frutto, portato in Sicilia dagli Arabi, Bronte rappresenta la capitale italiana.
Ogni anno in alcune viuzze e piazze del centro storico di Bronte si svolge da parecchi anni una sagra (la Sagra del Pistacchio). Dal pesto alla crema, dalla torta al gelato, dall'arancino alla salsiccia la Sagra è il trionfo del pistacchio in tutte le sue varianti; si celebra nel mese di settembre e nella scorsa edizione ha richiamato ben 100 mila visitatori.Il "pistacchio verde di Bronte", perennemente minacciato da importazioni di qualità assolutamente inferiore, ha oggi conquistato il dovuto riconoscimento di prodotto DOP
La Fondazione Slow Food per la Biodiversità, con un proprio presidio, tutela e vuole salvaguardare la piccola produzione dell’eccellente pistacchio brontese «non equiparabile a nessun altro pistacchio mediterraneo e che cresce esclusivamente a Bronte, nel Catanese».

domenica 11 gennaio 2009

Frittata di verza...e Alcamo bianco D.O.C!!!:-)




Per quattro persone servono:400 gr di verza4 uovaolio e.v.o.sale e pepe6-7 fette di pancetta piacentinaCuocere la verza come sopra indicato, in una padella del diametro di 22-24 cm. In una ciotola battere le uova con un pizzico di sale e una macinata di pepe, poi unire la verza intiepidita e mescolare bene.Trasferire il composto nella padella precedentemente utilizzata, sul fondo della quale si saranno disposte a raggera le fette di pancetta. Cuocere a fuoco moderato, con il coperchio, per 10 minuti (o finché la frittata sarà asciutta anche sopra), sformare rovesciandola su un piatto di adeguata dimensione e portare in tavola.La pancetta piacentina (ci si può anche concedere una fettina di insaccato, ogni tanto... basta non esagerare!) è dolcemente speziata e ben si accosta al sapore deciso della verza...noi vi suggeriamo di berci su..
Alcamo D.O.C. Firriato( Catarratto 85% e Inzolia 15).
Aspetto visivo
Colore dorato dai riflessi verdognoli.
Olfatto
Fine e delicato profumo con in evidenza note fruttate di pera matura e fiori di campo.
Gusto
Piacevole e persistente, seduce il palato con la morbidezza ed una invitante e fresca nota acida, che lo rendono un bianco di eccellente bevibilità.

venerdì 9 gennaio 2009

..peccati di gola..un vino da re..e un bell'involtino alla siciliana....







Ingredienti:
8 fette di lonza di maiale8 fette di pancetta4 fette di pancarrè80 g pecorino stagionato grattugiatovino marsala q.b.1 uovo intero50 g uvetta ammollata20 g pinoli40 g capperi dissalati300 g di polpa di pomodoro1 peperoncino a piacere2 foglie di allorotimo fresco q.b.olio d’oliva extravergine q.b.sale e pepe q.b.
Preparazione:
Battete leggermente le fette di lonza facendo attenzione a non romperle e copritele con una fetta di pancette.
In una ciotola amalgamate il pancarrè (precedentemente ammollato con il marsala sbriciolato) insieme ai capperi, i pinoli, l’uvetta, il pecorino e l’uovo intero.Lavorate bene il composto e regolate di sale e di pepe.
Suddividete il ripieno sulle fettine di lonza e arrotolatele fermandole a due a due con degli stecchini di legno.
Rosolate gli spiedini in un tegame con un filo d’olio, unite il pomodoro, le erbe aromatiche e il peperoncino.
Salate e fate cuocere per 30 minuti coperto a fiamma dolce bagnando, se necessario, con del brodo..e noi ci abbiniamo..CAMELOT FIRRIATO 2005..Vitigni 60% Cabernet Sauvignon 40% Merlot.Dedicato ai degustatori più esigenti ed appassionati, quelli che si emozionano di fronte ad un grande vino e dopo averlo degustatone serbano infinita memoria nella mente e nel cuore.Colore rubino bellissimo ed impenetrabil, regala all'olfatto uno spettro aromaticodi stupenda complessità dove primeggiano deliziose note di frutta rossa matura e spezie.All'esame gustativo risulta dotato di una struttura imponente, molto concentrato con tannini morbidi e gentili che carezzano il palato e lo seducono con l'infinita dolcezza del frutto.Un mondo di emozioni, una favola bella diventata vino.

giovedì 8 gennaio 2009

...animali strani...


...tutti e 3....hihihihihi...tvb deeee